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Alimentazione, Fabbisogno energetico, Nutrienti

La nutrizione del cane anziano.


mercoledì 10 ottobre 2018


La nutrizione del cane anziano

I cani anziani presentano frequentemente una serie di problematiche legate all'età, ad esempio il fabbisogno energetico giornaliero totale è minore rispetto a quello di animali della stessa razza di età più giovane. Per questo è importante modificare l'alimentazione dei pazienti con l'avanzare dell'età.

La prima domanda che bisogna porsi quando ci si riferisce ad un animale anziano è: a che età un cane è da considerarsi tale? Vista la disomogeneità nelle dimensioni, nelle caratteristiche fisiche e nella longevità delle diverse razze canine rispondere a questa domanda non è così semplice. In linea di massima maggiore è la taglia del cane minore è la sua aspettativa di vita, poiché in esso i processi di invecchiamento cominciano prima che in un cane di piccola taglia. Generalmente un cane di taglia gigante può considerarsi anziano già a 7 anni, un cane di taglia grande intorno ai 9 anni, un animale di taglia media a circa 10 anni, mentre i cani di piccola razza raggiungono l'"anzianità" intorno agli 11 anni, ma rimane comunque una variabilità da soggetto a soggetto.  Il metodo migliore per capire se un cane sta diventando anziano è osservare se in lui si stanno verificando alcuni cambiamenti ricollegabili ad un processo di invecchiamento. Quest'ultimo è, in generale, caratterizzato da una minor capacità di adattarsi a fattori di stress esterni o interni, da una riduzione dell'attività fisica, da un progressivo declino della funzione cognitiva e sensoriale, spesso associata ad un'alterazione del normale comportamento. Dal punto di vista fisiologico, queste alterazioni, corrispondono ad un progressivo declino delle funzionalità degli organi e ad una riduzione dell'efficienza del sistema immunitario, probabilmente associati ad una maggior esposizione dell'organismo all'azione dei ROS (reactive oxygen species) con conseguente stress ossidativo.

I cani anziani presentano frequentemente una serie di problematiche legate all'età, come ricorrenti infiammazioni ed infezioni del cavo orale, dolori articolari, riduzione della motilità del colon, alterazioni della funzionalità cardiaca e renale, nonché una riduzione della massa corporea magra (per perdita di tessuto muscolare) e un aumento della percentuale di grasso corporeo.  Inoltre, l'invecchiamento causa un rallentamento del metabolismo basale che, associato ad una diminuzione dell'attività fisica, corrisponde ad una riduzione del suo fabbisogno energetico di mantenimento con un aumentato rischio di sviluppare obesità.

Alcuni animali con l'avanzare dell'età possono sviluppare patologie a carico del sistema endocrino, di quello urinario o dell'apparato cardiovascolare per le quali può essere necessario improntare una terapia nutrizionale specifica che esula dai consigli generici che forniamo in questo articolo.

I principali obiettivi delle modifiche dietetiche in animali anziani "sani" sono: mantenere un peso corporeo ottimale, evitando un'eccessiva perdita della massa muscolare, aumentare la digeribilità degli alimenti per facilitarne l'assorbimento, limitare il sovraccarico dei reni e del fegato, nonché migliorare l'immunocompetenza.

Come abbiamo accennato in precedenza, nella maggior parte dei cani anziani, il fabbisogno energetico giornaliero totale è minore rispetto a quello da adulto. Generalmente è necessario ridurre di almeno il 20% le chilocalorie da fargli assumere, ma è fondamentale valutare lo stato nutrizionale del paziente, il suo BCS, il suo MCS (muscle condition score), l'attività fisica che svolge giornalmente e calcolare il fabbisogno del singolo soggetto, oltre che pesarlo regolarmente per adeguare le chilocalorie della sua dieta affinché mantenga il peso ottimale. Tuttavia, non bisogna dimenticare che alcuni soggetti anziani tendono al dimagrimento e al deperimento o, per patologie da cui sono affetti, o in seguito alla difficoltà nell'assunzione del cibo e che, in questi casi, il fabbisogno energetico può risultare aumentato.

In uno studio effettuato su alcuni cani di razza Labrador retriever, i risultati hanno indicato che una restrizione del 25% nell'assunzione di cibo ha aumentato la durata media della vita e ha ritardato l'insorgenza di segni di malattia cronica.

Se l'animale non presenta patologie per cui è consigliata una specifica riduzione delle proteine assunte con la dieta, il tenore proteico della dieta fornita deve essere in quantità non inferiore, o addirittura leggermente superiore, a quello previsto per il mantenimento di un animale adulto, e deve avere come principale scopo quello di minimizzare la perdita di massa muscolare. A questo scopo risulta fondamentale la scelta della fonte proteica, che deve avere un elevato valore biologico e un elevata digeribilità, per evitare un'eccessiva produzione di cataboliti azotati che andrebbero a gravare sulla funzionalità renale. Se la quantità giornaliera di cibo assunto da parte dell'animale risulta ridotta, ad esempio per patologie peridontali che causano dolore durante l'assunzione del pasto, può essere necessario aumentare l'apporto proteico al fine di soddisfare con certezza il fabbisogno minimo dell'animale.

Il tenore lipidico della dieta di un cane anziano è molto variabile a seconda del peso del soggetto e del suo appetito, ma non bisogna mai ridurre il quantitativo di acidi grassi essenziali somministrati al soggetto. Particolare attenzione va rivolta all'assunzione di acidi grassi omega 3, soprattutto EPA e DHA, per il loro effetto antinfiammatorio e per la loro capacità di contrastare i deficit cognitivi tipici dell'animale anziano.

Le diete per i cani più anziani dovrebbero contenere una quantità sufficiente di fibre per garantire un'adeguata motilità intestinale che, come accennato in precedenza, si riduce con l'avanzare dell'età. Sia le fibre solubili, che quelle insolubili, hanno effetti positivi sulla salute intestinale, inclusa la fornitura di substrati per il microbiota intestinale. Inoltre, la somministrazione di acqua, e un adeguata attività fisica, possono aiutare a prevenire fenomeni di costipazione.

Non esistono specifiche raccomandazioni sulle quantità di minerali e vitamine che deve assumere un animale anziano, perciò quando si prepara una dieta bisogna far riferimento ai minimi e massimi raccomandati per gli animali adulti. Tuttavia, è bene tenere in considerazione le proprietà di alcuni minerali e vitamine. Il fosforo è il principale elemento coinvolto nel metabolismo renale, per cui è importante evitarne un'eccessiva assunzione, nonché monitorare frequentemente la funzionalità renale dei soggetti anziani per capire se è necessario ridurne l'apporto. Gli studi effettuati fino ad oggi dimostrano che ridurre l'apporto di fosforo, solo come atto preventivo per ridurre i rischi di patologie renali, non apporta alcun beneficio. Particolare attenzione andrebbe rivolta allo zinco, per l'importante ruolo che riveste in molti sistemi biologici tra cui quello immunitario, e alle sostanze ad azione antiossidante, come la vitamina E ed il selenio, utili per contrastare i danni cellulari causati dai metaboliti ossidativi.

L'utilizzo dei carboidrati in cani anziani è ancora ad oggi molto controverso e deve essere valutato con attenzione caso per caso.

Si ricorda inoltre che gli animali anziani necessitano, più di altri soggetti, di atti abitudinari ed è perciò molto importante mantenere una costanza sulla quantità di pasti somministrati (di solito 2-3 al giorno) e sugli orari in cui essi vengono proposti.

BIBLIOGRAFIA:
-E. Fusi. Il paziente veterinario anziano: come cambia l'alimentazione. AIVPA journal 1/2017
-FEDIAF Scientific Advisory Board Statement Nutrition of senior dogs. 2017
-Larsen J.A., Farcas A. Nutrition of aging dogs. The Veterinary clinics of North America. Small animal practice, 2014, 44, 741-759.
-Vicki Jean Adams, Penny Watson, Stuart Carmichael, Stephen Gerry, Johanna Penell and David Mark Morgan . Exceptional longevity and potential determinants of successful ageing in a cohort of 39 Labrador retrievers: results of a prospective longitudinal study. Acta Vet Scand. 2016; 58: 29.


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